martedì 5 giugno 2007

Europa da colonizzare ovvero minaccia che ti passa..

Putin: - "Missili russi torneranno a essere puntati contro l'Europa" http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/06_Giugno/03/putin_missili_litvinenko.shtml

Dalla guerra fredda in poi, le minacce missilistiche sono solitamente servite per trattare con qualche carta in mano in più, e quelle di Putin non fanno eccezione.
Putin lo dice chiaro e tondo: lo scudo missilistico che gli statunitensi vogliono impiantare in Europa (vedi animazione: http://www.elpais.com/graficos/internacional/Sistema/antimisiles/elpepuint/20021217elpepuint_1/Ges/ )
viola il Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa (CFE: http://www.osce.org/documents/doclib/1990/11/13752_it.pdf ), e così facendo altera i rapporti di forza.
Per questo ha dichiarato la moratoria sul CFE.
I missili facenti parte dello scudo (cfr animazione) non sono puntati verso la Russia, dice Bush in un'intervista al New York Times, "Vladir - lo chiamo Vladimir -, non dovresti avere paura di un sistema missilistico di difesa", anzi perchè non cooperate con noi?
( http://www.nytimes.com/2007/06/05/world/europe/05cnd-bush.html?_r=2&ref=world&oref=slogin&oref=slogin )
Putin non ha tutti i torti quando sostiene che lo scudo non può essere rivolto ai missili iraniani (in quanto non hanno la gittata necessaria, visto che a stento riescono ad arrivare in Israele) e si sente chimato in causa, mostra stizzito quando fa notare che quando si è offerto a Bush per "cooperare" con gli statunitensi si è sentito rispondere che al massimo avrebbero potuto usare missili russi come bersaglio nei test.
Insomma, è determinato a far sì che lo scudo rimanga un'utopia a stelle e strisce.
Anche perchè è a fine mandato e vuole consegnare una Russia tenuta in conto quando si tratta di decidere.


Come troppe altre volte nella storia, le democrazie europee prese singolarmente mancano di credibilità e rilevanza nello scacchiere mondiale. I loro leader possono anche essere profeti in patria, ma al cospetto della Casa Bianca sono degli yesmen.
Quando si presentano come Unione Europea le cose cambiano solo in campo finanziario, con l'euro moneta forte rispetto al dollaro.
Bush, che ha il dente avvelenato a causa di questo dato di fatto, è disposto a fare carte false per ristabilire la supremazia del dollaro.
Può essere questo uno dei motivi che spingono Bush a giocherellare con Putin sullo scacchiere europeo, visto che per la questione dello scudo di difesa non si è rivolto all'Unione Europea, bensì ai governi di Polonia e Repubblica Ceca - i quali si guardano bene dallo scendere dal carro del vincitore.
Prima di tutto gioca in trasferta, quindi anche un pareggio può andare bene.
Poi magari vuole testare se la Russia del 2007 ha più peso politico di quella che lo ammonì di non proseguire alla vigilia della guerra dell'Iraq.


Riassumendo i dati di fatto:
Putin, nel week-end dal 2 al 3 giugno minaccia di puntare i suoi missili nucleari contro l'Europa se Bush insiste con lo scudo.
Bush il 5 giugno risponde che loro hanno deragliato dalla democrazia - "e dovrebbero stare zitti" penso sia la continuazione naturale di quello che intendeva -, e lo scudo va avanti.
...E i leader europei, in tutto questo?
Visto che alla fine il tutto riguarda l'Europa?
Regno Unito? Germania? Francia? (L'Italia non la scrivo neanche..)
Pazienza, cittadini, siamo sotto minaccia nucleare.
Amen.
Dove sono Blair (o Brown o chi per lui), dove la Merkel o Chirac o Sarkozy o chiunque sia?
Cosa aspettano a dire agli statunitensi che i missili li vadano a impiantare in un'altra parte del globo?


L'Europa forse vuole scegliere di non scegliere, come al solito, e non metter becco in questa diatriba, ma è una decisione sbagliata nelle sue fondamenta.
Scegliere di non schierarsi non può pagare: come possiamo non aver voce in capitolo quando siamo parte in causa?
Oltretutto sarebbe l'ennesimo segno di inequivocabile debolezza.
Noi già lo sappiamo, ma se se ne accorgono tutti prima o poi ci sarà qualcuno che se ne vorrà aprofittare.
Come altri stanno già facendo in questo momento, mi sembra.


Bisogna inoltre considerare che ad oggi il fabbisogno europeo di gas è coperto per il 25% dalla Russia, percentuale che per il 2010 dovrebbe salire al 45%.
(dati: http://uninews.unicredit.it/it/articoli/page.php?id=7048 )
La Russia è troppo importante per noi - noi inteso come Unione Europea - non possiamo giocarcela, dobbiamo finalmente essere indipendenti come entità decisionale autonoma rispetto agli Stati Uniti.

4 commenti:

Iuticohen ha detto...

Putin non ha tutti i torti quando sostiene che lo scudo non può essere rivolto ai missili iraniani (in quanto non hanno la gittata necessaria, visto che a stento riescono ad arrivare in Israele)

mmmmm...in che senso non ha tutti i torti? OVvero le sue ragioni sono ben chiare, non altrettanto quelle degli Usa. Quindi direi che non ha affatto torto.

Come troppe altre volte nella storia, le democrazie europee prese singolarmente mancano di credibilità e rilevanza nello scacchiere mondiale

Si beh, troppe volte negli ultimi 50 anni...anche perchè prima non è che c'erano ste grandi democrazie. In ogni caso le manovre Usa mirano proprio a isolare la Russia ed esrcitare la propria influenza sull'Europa. La tecnica è la stessa con il quale dopo la prima guerra mondiale si volle contenere l'Urss: la frapposizione tra essa e l'Europa di Stati cuscinetto filo occidentali(sono gli stessi creati a tavolino a Versailles nel 1918!). (vedere le rivoluzioni colorate finanziate dalla Cia, piuttosto che il far entrare cani e porci nella Nato.)

Quando si presentano come Unione Europea le cose cambiano solo in campo finanziario, con l'euro moneta forte rispetto al dollaro.

il che non è un gran che, penalizzando moltissimo le nostre esportazioni. Inoltre l'aumento del potere d'acquisto che ne deriverebbe non è esercitato insieme dagli SM, che non sfruttano pertanto le economie di costo (il bilancio dell'Ue è molto piccolo. Io comunque preferisco così)

Bush, che ha il dente avvelenato a causa di questo dato di fatto, è disposto a fare carte false per ristabilire la supremazia del dollaro.

????????

Poi magari vuole testare se la Russia del 2007 ha più peso politico di quella che lo ammonì di non proseguire alla vigilia della guerra dell'Iraq.

questa è interessante.
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Tu critichi l'Europa per la sua ignavia nel caso, ma perchè dovrebbe supportare questa mossa dei neo-con filo israeliani? (di chi credi faccia gli interessi Bush? degli Apache? :-D).

Forza per opporsi agli Usa non ne ha, e non ci sono leader politici, o comunque esponenti di livello, che spingano per una posizione che guardi più ad est (chissà perchè!? Bella democrazia, non si può neppure scegliere tra due candidati diversi, solo due uguali!).

Tanto meglio non prenda posizione, non lo farebbe pro Russia.

gustavo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
gustavo ha detto...

oops prima ho fatto un casino:P

comunque:
-"non ha tutti i torti": è retorico.
-"nella storia": magari è un po' altisonante, ma è logico che parlando di "democrazie europee" mi riferisco alla storia recente.
-"l'euro moneta forte rispetto al dollaro": è un dato di fatto. non sono entrato nelle implicazioni economiche perchè è fuori tema.
-sulla supremazia del dollaro ti rispondo citando un articolo di L.C. Trudeau, comparso su:

( http://www.voltairenet.org/article9448.html )

Nel secondo dopoguerra si arrivò alla Conferenza di Bretton Woods, per stabilire la convertibilità in oro delle monete.
"Le banche centrali si sarebbero obbligate a detenere le riserve d’oro sufficienti per assicurare la conversione delle loro divise.
Ma nel 1971 l’amministrazione Nixon decise di uscire dal
sistema, sostituendo de facto il tallone oro con il dollaro, che diventava una moneta fiduciaria – la moneta fiduciaria
per eccellenza..," facendo in modo che ".. il solo Paese autorizzato ad emettere dollari sono gli Stati Uniti d’America. In una certa misura, dopo il 1971, il commercio mondiale è diventato un gioco nel quale gli Stati Uniti producono biglietti verdi mentre il resto del mondo produce beni che il dollaro può acquistare.
E last but not least il dollaro è, da Londra a Teheran, da Mosca a Città del Messico, la moneta di riferimento per le transazioni petrolifere.
Infine le cose stavano così fino al 30 ottobre 2000, giorno in cui il comitato delle sanzioni dell’ONU autorizzò
l’Iraq a contabilizzare in euro e non più in dollari le sue transazioni petrolifere e commerciali. «Gli Stati Uniti d’altronde hanno tentato di bloccare questa operazione, ma, come nota un esperto della Commissione delle sanzioni dell’ONU, non vi è una base giuridica per bloccare la richiesta irachena». La decisione irachena si effettuò il 6 novembre, quando il Paese decise di convertire a loro volta in euro i 10 miliardi di dollari ricavati dal programma «petrolio contro cibo» bloccati su un conto dell’agenzia BNF-Paribas di New York.
Considerata come una decisione prima di tutto politica di Bagdad contro Washington, l’operazione si rivelò economicamente molto profittevole, perché l’euro aveva guadagnato il 17% contro il dollaro nel solo anno 2002. La domanda che ci si poneva allora era di sapere se altri Paesi avrebbero seguito l’esempio – perché il peggior incubo della Federal Riserve americana era quello che l’OPEP decidesse nel suo complesso di fare dell’euro la moneta di transazione per il suo commercio petrolifero."

Ribadisco, uno dei compiti delle prossime amministrazioni statunitensi sarà di fare in modo che il dollaro ritorni ad essere la moneta fiduciaria, poichè è un vantaggio inequivocabile... o no?

Non si tratta di andare contro gli Stati Uniti, semplicemente di dirgli di non venire a giocare nel nostro giardino..

Iuticohen ha detto...

Non mi sembra così trasparente la cosa.
Senza dubbio si vuole evitare che il dollaro crolli (soprattutto la Cina vorrebbe evitare visto che ha, dicono alcuni esperti, 2 mila miliardi di dollari come riserve), perchè ciò non è compatibile con la politica di potenza Americana. D'altro canto però gli Usa sono il più grande debitore del mondo, ed un dollaro che sei apprezza - tu sostieni sia questo l'obiettivo della politica degli stati uniti - farebbe apprezzare anche il suo debito.