mercoledì 6 giugno 2007

C'ETAvamo tanto amati..



Poco più di un anno.
Tanto è durata la tregua tra il governo spagnolo di Zapatero e l'ETA.
Ad annunciarlo, uno scarno comunicato recapitato dall'ETA a più quotidiani baschi a causa di: «Arresti, torture e ogni tipo di persecuzione», perpetrate ai terroristi dal governo spagnolo.


L'ETA (dal basco: Euzkadi Ta Azkatasuna, "Patria Basca e Libertà") è un'organizzazione fondata nel 1958 da un gruppo di studenti nazionalisti che si prefigge come scopo l'indipendenza dei Paesi Baschi. I Paesi Baschi intesi dall'ETA sono in realtà i Paesi
Baschi storici, ovvero sette province: le 6 che formano
i Paesi Baschi propriamente detti (tre province francesi
e tre spagnole) più la Navarra - una provincia che fino all'anno 1000 era abitata dai baschi, ma oggi forte di una propria
identità culturale, che tuttavia comprende Pamplona (capitale storica dei baschi) all'interno del suo territorio, e per questo inclusa nelle rivendicazioni territoriali dell'ETA.


L'ETA ha cominciato ad uccidere in nome dell'indipendenza e dell'abertzale (nazionalismo basco) nel 1968, e si è fermata solo due volte: la prima, il 16 settembre 1998, quando l'ETA dichiara una tregua ispirata al contemporaneo armistizio in Ulster, definendola "totale e a tempo indeterminato", ma che durerà solo 6 mesi; l'ultima lo scorso marzo 2006, quando ETA proclama il "cessate il fuoco permanente" - anche se prima dell'annuncio ufficiale della rottura di oggi vi è stato un attentato mortale il 29 dicembre 2006 all'aeroporto di Madrid-Barajas, il che ha aggiornato il conteggio totale delle vittime a 819, distribuite tra civili, poliziotti e politici.





E' singolare che il termine Euskal Herrìa (scritta che campeggia sotto ai due terroristi nell'immagine qui sopra) è usato sia per indicare la patria del popolo basco sia il popolo basco stesso. Una possibile causa di questo può essere che se da un lato i baschi sono sempre stati culturalmente uniti mentre l'ultima volta che erano uniti in una sola patria era a cavallo dell'anno 1000.


Annunciato il 22 marzo 2006, ma valido solo di lì a due giorni, il "cessate il fuoco permanente" è stato il frutto dei tentativi del presidente del governo, Zapatero (del PSOE, il Partito Socialista), di porre fine pacificamente alla questione basca; anzi, ancora Zapatero non desiste, e lascia aperto uno spazio al dialogo.
Numerose erano le richieste che Zapatero era intenzionato ad assecondare, per garantire finalmente sicurezza sul territorio spagnolo: dalle scarcerazioni di prigionieri politici alla promessa di un nuovo Estatuto - la monarchia spagnola è de facto uno stato federale e le province sono definite autonome in quanto possono darsi uno Statuto (previa approvazione dello Statuto al parlamento di Madrid) con proprie leggi in determinati campi come la sanità e la pubblica istruzione.


Sin da quando la tregua con ETA era solo ventilata, Zapatero è stato avversato in tutti i modi dal partito di opposizione (il PP, Partito Popolare): infatti i leader del PP sostengono che non si deve trattare con le organizzazioni terroriste, in quanto si possono "sconfiggere solo con la forza della legge e dello stato di diritto."


Si può essere d'accordo con una visione o con l'altra.
Abbassarsi al livello dei terroristi e trattare con loro può però portare alla cessazione delle attività terroristiche, che per uno stato sono uno spreco non da poco di risorse investibili altrove - mi riferisco al grande dispiego di forze dell'ordine, o per esempio al costo del mantenimento dei prigionieri politici - oltre al vantaggio di salvare vite umane.


Gli svantaggi sono che se le negoziazioni falliscono (come in questo caso) si può trasmettere un messaggio di debolezza - in quanto è come ammettere che le forze di polizia e di antiterrorismo non riescono a proteggere la popolazione. Anche se basta controllare una lista degli attentati più sanguinosi di ETA per capire che spesso l'ETA è andata fino in fondo.
Senza molti scrupoli.
D'altra parte, non voler trattare con i terroristi suppone che bisogna avere qualche carta in mano per sgominare l'intera banda.
Il che è un'utopia
Certo ETA non è più nel suo periodo di massimo splendore (tra gli anni 70 e 80), ma minaccia e uccide ancora.


ETA può solo essere sconfitta da dentro.
Sono solo i baschi che possono - e devono - dire basta.


ETA ha bisogno di circa 12 milioni di euro all'anno per comprare armi, sovvenzionare campagne informative, inviare denaro agli esiliati, pagare degli appartamenti franchi e i viaggi, stipendiare i militanti..
I soldi vengono ricavati principalmente dalle estorsioni che riguardano imprenditori, commercianti, artisti, calciatori delle province dei Paesi Baschi e della Navarra.
Nel tempo le estorsioni si sono sempre più raffinate: le richieste della cosiddetta "tassa rivoluzionaria" venivano inviate tramite missiva al bersaglio dell'estorsione (in modo che la vicenda rimanesse un segreto tra ETA e l'estorto) mentre ora la lettera arriva ad un familiare qualunque dell'estorto e nel mittente compare il nome di un parente. Assieme alla richiesta, le minacce e foto dei famigliari dell'estorto - per esempio, dei figli dell'estorto che vanno a scuola - in modo sia di gettare nel panico l'intera famiglia che di dimostrare la conoscenza dell'intorno familiare.
Ma pagare è un errore, poichè quando uno comincia a pagare, non ne può più uscire.


ETA può morire solo se le viene tagliato il cordone ombelicale a forma di €uro.


Sotto, un cartello di boicottaggio affisso in una città basca: ETA pubblica manifesti in cui chiede alla popolazione di boicottare le imprese di imprenditori che non pagano.


2 commenti:

Iuticohen ha detto...

finalmente!!!

gustavo ha detto...

:D

son pieno di esami

:(